Anche WhatsApp si è adeguato alla nuova normativa europea in materia di protezione dei dati personali: è stata introdotta l’opportunità di avere accesso alle informazioni raccolte dalla app, cancellando dati e contestando l’analisi di alcune informazioni. Inoltre è stata alzata da 13 a 16 anni l’età minima per l’utilizzo del suo servizio di messaggistica istantanea all’interno dell’Unione europea, in ossequio all’art. 8 GDPR, il quale dispone che il trattamento di dati personali del minore è lecito ove il minore abbia almeno 16 anni. Il tetto dei 16 anni è applicabile solo all’interno dell’Unione europea, mentre a livello internazionale è mantenuta l’età minima di 13 anni. Sono previste alcune differenze anche per quanto riguarda il responsabile del trattamento dei dati, che si diversifica a seconda che le informazioni vengano gestite nell’area UE o extra UE. Anche la risoluzione dei contenziosi è demandata a diverse sedi e a diverse leggi applicabili a seconda dell’ubicazione, intra o extra UE, dell’utente del servizio. Vi è peraltro da chiedersi se il suddetto divieto legato all’età sia inderogabile: del resto l’applicazione è stata sinora utilizzata anche dagli utenti più piccoli. WhatsApp ha comunque consentito l’accesso al servizio da parte di minori di 16 anni in presenza del consenso dei genitori. Tale soluzione ricalca l’eccezione prevista dal GDPR, che sempre all’articolo 8, reca: “Ove il minore abbia un'età inferiore ai 16 anni, tale trattamento è lecito soltanto se e nella misura in cui tale consenso è prestato o autorizzato dal titolare della responsabilità genitoriale”.