Con la Comunicazione della Commissione europea COM(2025)165 del 9 aprile 2025, la Commissione ha formalmente inaugurato una nuova fase nella strategia digitale dell’Unione europea, ponendo l’obiettivo ambizioso – e al tempo stesso necessario – di rendere l’Europa il primo continente dell’intelligenza artificiale. In un contesto geopolitico in cui la tecnologia si è affermata come terreno di confronto tra potenze globali, l’Unione europea intende affermare una propria traiettoria autonoma, capace di coniugare leadership tecnologica e rispetto dei valori fondamentali dell’ordinamento europeo. Il documento della Commissione segna un’evoluzione di paradigma: da regolatore a promotore attivo di un ecosistema europeo dell’intelligenza artificiale. L’obiettivo dichiarato è duplice: da un lato, favorire l’adozione pervasiva dell’intelligenza artificiale nei settori nevralgici dell’economia; dall’altro, assicurare che tale transizione avvenga nel rispetto della dignità umana, della democrazia e della diversità culturale. Cinque sono gli assi portanti attorno a cui si articola la strategia europea: Al centro di questo disegno si colloca una consapevolezza strutturale: nessuna leadership nell’AI può prescindere da un’infrastruttura computazionale adeguata. Oggi, infatti, l’Unione europea si trova a fronteggiare una dipendenza sistemica da data center e servizi cloud localizzati in Paesi terzi. Tale condizione non solo compromette la competitività industriale, ma espone l’Europa a rischi di sicurezza economica e geopolitica. È in questa prospettiva che la Commissione propone l’adozione del Cloud and AI Development Act, un atto legislativo che mira a creare le condizioni necessarie per attrarre investimenti su larga scala nel settore del cloud e dell’edge computing. L’obiettivo è chiaro: triplicare, entro cinque-sette anni, la capacità europea di calcolo e archiviazione, così da garantire che – entro il 2035 – imprese e pubbliche amministrazioni possano contare su risorse europee per lo sviluppo e l’uso dell’AI. Come noto, infatti, l’addestramento e la messa a punto dei modelli di intelligenza artificiale richiedono enormi volumi di dati e potenza computazionale. L’inferenza, invece, può essere eseguita più agevolmente in ambiente edge. Ne deriva che la centralità dei data center non è soltanto tecnica, ma strategica, in quanto punto di intersezione tra le esigenze computazionali, le istanze di sostenibilità ambientale e la sovranità tecnologica. La Commissione segnala inoltre che l’attuale capacità computazionale europea non è sufficiente a sostenere lo sviluppo dell’AI, come evidenziato già nel Rapporto Draghi del 2024, che riconosce la necessità di rafforzare l’infrastruttura di calcolo come pilastro fondamentale per una piena economia dei dati. Tuttavia, il percorso non sembra privo di ostacoli. Le difficoltà legate all’accesso a risorse naturali (energia, acqua, suolo), insieme a procedure autorizzative disomogenee e spesso farraginose tra gli Stati membri, rappresentano un freno significativo agli investimenti. Il tempo medio per l’ottenimento dei permessi per la realizzazione di un data center è oggi stimato in circa 48 mesi. Il Cloud and AI Development Act si propone, quindi, di superare tali criticità, introducendo meccanismi di semplificazione procedurale per i progetti che soddisfino determinati standard in materia di efficienza energetica e idrica, economia circolare e innovazione. L’obiettivo è duplice: da un lato, accelerare lo sviluppo di nuove infrastrutture; dall’altro, garantire che tali sviluppi avvengano in modo coerente con i principi della transizione ecologica. In parallelo, inoltre, la Commissione propone una roadmap strategica per la digitalizzazione del settore energetico, che mira a favorire l’integrazione sostenibile dei data center nella rete elettrica, promuovendo al contempo l’efficienza energetica e la flessibilità nella gestione della domanda. Sul piano ambientale, la futura Water Resiliency Strategy si concentrerà sulla riduzione dell’impatto idrico di queste infrastrutture, attraverso pratiche di raffreddamento a secco, riutilizzo dell’acqua e ottimizzazione dei consumi. È in questo contesto che si apre, pertanto, la consultazione pubblica sul Cloud and AI Development Act, avviata il 9 aprile 2025 e aperta fino al 4 giugno 2025. La Commissione invita gli stakeholder a contribuire al processo legislativo, nella consapevolezza che una regolazione efficace dell’infrastruttura digitale non può prescindere da un confronto ampio e informato tra istituzioni, imprese e società civile.